Il Terra Madre Day è la giornata per festeggiare il cibo locale e onorare le comunità che le producono. Si svolge ogni anno, il 10 dicembre, attraverso centinaia di eventi diversi e unici in tutto il mondo.
Quest’anno si è deciso di dedicare il Terra Madre Day ai prodotti locali che rischiano di scomparire.
In tutto il mondo moltissimi cibi tradizionali
stanno scomparendo insieme ai saperi, le tecniche, le culture e i
territori che li hanno generati. Quindi festeggiamo mangiando locale.
Ma facciamo un passo indietro, cosa è Terra Madre?
Terra Madre è una rete mondiale, creata da Slow Food nel 2004,
che raggruppa le "comunità dell'alimentazione" impegnate, ciascuna nel
suo contesto geografico e culturale, a salvaguardare la qualità delle
produzioni agro-alimentari locali.
Le comunità condividono i problemi generati dalla pratica di un'agricoltura intensiva
pregiudizievole nei confronti delle risorse naturali e da un'industria
alimentare di massa tendente all'omologazione de gusti e i grado di
mettere in crisi l'esistenza stessa delle produzioni su piccola scala.
Quasi 9.000 persone si sono riunite a Torino nel 2006 durante la seconda convention
di Terra Madre: 4.803 agricoltori, allevatori, pescatori e operatori
dell'agroalimentare artigianale provenienti da 1.583 comunità alimentari
di 150 paesi; 953 cuochi; 411 professori e rappresentanti di 225
università, 2.320 osservatori e accompagnatori e 776 volontari.
Terra Madre riunisce tutti coloro che vogliono difendere l'agricoltura, la pesca e l'allevamento sostenibile al Salone del Gusto di Torino.
Da questa rete mondiale è nato il progetto "Mille orti in Africa" trasformatosi nel tempo in "10.000 orti in Africa".
Realizzare 10.000 orti buoni, puliti e giusti nelle scuole e nei villaggi africani significa garantire alle comunità cibo fresco e sano, ma anche formare una rete di leader consapevoli del valore della propria terra e della propria cultura; protagonisti del cambiamento e del futuro di questo continente.
Gli orti africani di Slow Food seguono la filosofia del buono, pulito e giusto.
Ed ecco 10 ingredienti che non possono mancare negli orti di Slow Food.
1. Sono realizzati da una comunitàGli orti valorizzano le capacità di ogni membro della comunità, unendo diverse generazioni e gruppi sociali (associazioni di villaggio e scolastiche, amministrazioni locali ed enti no profit), recuperando il sapere degli anziani, mettendo a frutto l'energia e la creatività dei più giovani, avvalendosi delle competenze dei tecnici.
2. Si basano sull'osservazione
Prima di fare un orto bisogna conoscere a fondo il terreno, le varietà vegetali più adatte al territorio, le fonti d'acqua disponibili. Occorre adattare l'orto alle caratteristiche del territorio, trovare sul posto le materie prime per fare la recinzione, la compostiera, il vivaio.
3. Non hanno bisogno di grandi spazi
Osservando lo spazio con occhio creativo, si può scovare un campo adatto per l'orto nei luoghi più impensati: un tetto, un sentiero ...
4. Sono giardini di biodiversità
Gli orti Slow Food ospitano la biodiversità locale, che si è adattata al clima e al terreno grazie alla selezione dell'uomo. Varietà nutritive e resistenti, che non richiedono fertilizzanti chimici e pesticidi. E poi piante medicinali, erbe aromatiche, tanti alberi da frutto (banani, manghi, agrumi).
5. Producono i loro semi
I semi sono selezionati e moltiplicati dalle comunità. Così, di anno in anno, le piante saranno più forti e adatte al proprio terreno e non si dovrà spendere denaro per acquistare le bustine.
6. Sono coltivati con metodi sostenibili
Per combattere insetti nocivi o malattie si usano molti rimedi naturali (a base di erbe, fiori, cenere ...).
7. Preservano l'acqua
Spirito di osservazione e creatività, ancora una volta, sono fondamentali. A volte una semplice grondaia, una vasca o un serbatoio per raccogliere l'acqua piovana, così come le tecniche agroecologiche per ridurre i consumi d'acqua contenendo l'evaporazione e l'erosione dei terreni, risolvono problemi che parevano insormontabili ed evitano soluzioni costose.
8. Sono aule all'aria aperta
Gli orti sono un'ottima opportunità per far conoscere ad adulti e bambini le varietà vegetali autoctone, promuovere una dieta sana e varia, imparare a evitare le sostanze chimiche, valorizzare e insegnare il mestiere del contadino.
9. Sono utili, ma anche divertenti
Gli orti sono uno strumento semplice ed economico per avere a disposizione cibo sano e nutriente. Ma anche nei villaggi più remoti e nelle scuole più povere, gli orti Slow Food sono al contempo luoghi di giochi, feste e divertimento.
10. Sono in rete
Gli orti vicini si scambiano semi. I più lontani si scambiano idee e informazioni. I coordinatori si incontrano, si scrivono, stringono legami di collaborazione e amicizia. Gli orti scolastici dei paesi occidentali raccolgono fondi per gli orti africani.
Un orto è una goccia nel mare rispetto ai problemi con cui si confronta l'Africa ogni giorno. Ma se di questi orti ce ne sono cento, mille, diecimila, e tutti insieme dialogano e si sostengono, il loro impatto cresce. Insieme, possono trasformarsi in un'unica voce: contro il land grabbing, gli ogm e l'agricoltura intensiva, a favore dei saperi tradizionali, della sostenibilità e della sovranità alimentare. E possono rappresentare una speranza per migliaia di giovani.
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La rete giovane di Slowfood valli orobiche si è quindi unità a tutto il resto del mondo e ha deciso di festeggiare il mangiare locale con l'evento "Cibo è Cultura"; dove si potrà assaporare i prodotti tipici e locali di un territorio conosciuto per lo più per il Santo papa Giovanni XXIII, ma che ha al suo interno ha una rete di produttori denominata "I sentieri del Gusto".
Tutto il ricavato dell'evento sarà devoluto al progetto "10.000 orti in Africa".
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