Consumo di suolo: a che punto siamo?
Il suolo svolge una funzione essenziale per la nostra vita. Ma troppo spesso lo calpestiamo, non solo fisicamente, senza renderci conto che così facendo si innesca un processo che a cascata coinvolge moltissimi ambiti della nostra vita.
Secondo diversi studi un suolo in condizioni naturali, insieme alla biosfera fornisce al genere umano i servizi ecosistemici necessari al proprio sostentamento:
- servizi di approvvigionamento (prodotti alimentari,…)
- servizi di regolazione (regolazione del clima, cattura e stoccaggio del carbonio, regolazione della qualità dell’acqua, protezione e mitigazione dei fenomeni idrologici estremi, etc.);
- servizi di supporto (decomposizione e mineralizzazione di materia organica, habitat delle specie, riserva genetica, conservazione della biodiversità, etc.);
- servizi culturali (servizi ricreativi e culturali, paesaggio, patrimonio naturale, etc.).
Il consumo di suolo in Italia, si legge nella relazione, continua a crescere in modo significativo, pur segnando un rallentamento negli ultimi anni: tra il 2008 e il 2013 il fenomeno ha riguardato mediamente 55 ettari al giorno, con una velocità compresa tra i 6 e i 7 metri quadrati di territorio che, nell’ultimo periodo, sono stati irreversibilmente persi ogni secondo.
Diverse sono le tipologie di copertura artificiali del suolo:
- tra queste le infrastrutture di trasporto rappresentano circa il 41% del totale del suolo consumato. Il contributo più significativo viene dalle strade asfaltate (10% in ambito urbano, 11,6% in ambito rurale e 2,9% in ambito naturale) e dalle strade sterrate (15,5%, prevalentemente in aree agricole).
- Le aree coperte da edifici costituiscono il 30% del totale del suolo consumato e si collocano prevalentemente in aree urbane a bassa densità (11,5%) e in ambito rurale (11,1%). Gli edifici in zone residenziali compatte rappresentano solo il 2,5% del totale del suolo consumato
Questo fenomeno ha inciso prevalentemente sulle aree agricole: tra il 2008 e il 2010 il consumo di suolo ha colpito per quasi il 60% le aree coltivate (seminativo in particolare) e il 19% a scapito di aree naturali.
«Da più parti è maturata la consapevolezza che la difesa del suolo è una priorità che deve emergere nelle scelte politiche globali che non sono solo quelle che riguardano il mondo dell’urbanistica ma anche le politiche agricole e la tutela della biodiversità. In un momento dove anche il DDL in discussione alla Camera si trova in un ennesimo passaggio difficile, dobbiamo riuscire a rompere la barriera della coscienza collettiva, sensibilizzando nelle scelte quotidiane di ciò che si acquista in cibo perché dietro ad ogni prodotto c’è un paesaggio da tutelare, un suolo da rispettare. Dai dati emersi dallo studio sul Consumo del territorio in Italia del 2015 dell’Ispra emerge quanto sia centrale per la tutela del suolo la visione di un’agricoltura rispettosa e lungimirante come quella che Slow Food incoraggia da sempre e sembra che almeno da oggi urbanisti, ricercatori, architetti abbiano capito la necessità di includere in maniera più ampia il rispetto per la Mare Terra» afferma Francesca Rocchi, vicepresidente di Slow Food Italia.
Lingua Madre: premio speciale Slow Food
«Traslata dall’arabo all’italiano, catapultata telefonicamente da un
continente all’altro, che sapore ha la morte? Tornavo da una serata fra
amici in zona Ostiense la notte che, a Zouk Mkayel, morì Téta.
La notizia arrivò l’indomani via cellulare, Libano-Italia in un secondo:
ricordo la spossatezza di quelle ore, il silenzio sospeso, l’estraneità
surreale, ma non ricordo dolore. Non subito.
Ricordo quelle quattro lettere impresse in pancia come se si trattasse
di un nome proprio, senza necessità di tradurle: Téta. Téta, sei andata
via e il freezer conserva ancora memoria dei cibi che hai cucinato e
impacchettato per me».
Questo l’incipit del racconto che ha permesso a Leyla Khalil (Libano) di vincere la X edizione del Premio Speciale Slow Food che premia le storie ispirate ai temi legati al cibo e alla sua produzione.
Il premio fa parte del Concorso letterario nazionale Lingua Madre, ideato da Daniela Finocchi e organizzato dalla Regione Piemonte e dal Salone Internazionale del Libro di Torino.
Il premio fa parte del Concorso letterario nazionale Lingua Madre, ideato da Daniela Finocchi e organizzato dalla Regione Piemonte e dal Salone Internazionale del Libro di Torino.
Questo concorso è il primo a essere espressamente dedicato alle donne
straniere – anche di seconda o terza generazione – residenti in Italia
che, utilizzando la nuova lingua d’arrivo, vogliono approfondire il
rapporto fra identità e radici dei loro paesi attraverso la scrittura.
Rappresenta un importante strumento che da voce a chi non sempre ha la possibilità di esprimersi (vuoi la condizione d’immigranti, vuoi anche l’essere donne), ma anche un ponte che unisce diverse culture creando un rapporto di complicità e collaborazione tra figure femminili diverse, che poi così diverse non sono.
Rappresenta un importante strumento che da voce a chi non sempre ha la possibilità di esprimersi (vuoi la condizione d’immigranti, vuoi anche l’essere donne), ma anche un ponte che unisce diverse culture creando un rapporto di complicità e collaborazione tra figure femminili diverse, che poi così diverse non sono.
Ricordi congelati di Leyla è stato premiato
per «La profondità dei temi trattati: morte, cibo e lingua madre. La
memoria di Tèta, la nonna della protagonista, è conservata nel
freezer, sotto forma dei mille cibi che Tèta congelava. Nel racconto
emerge la difficoltà della comunicazione in lingue diverse, dove i
nipoti hanno perso, per la più parte, il contatto con la loro lingua
madre e non possono che esprimere queste memorie per tentativi ed
errori. Lo stile è maturo, incisivo. Il racconto potente».
Il racconto sarà pubblicato nell’antologia Lingua Madre Duemilaquindici. Racconti di donne straniere in Italia
Il racconto sarà pubblicato nell’antologia Lingua Madre Duemilaquindici. Racconti di donne straniere in Italia
Erbe del casaro 2015
Nei weekend dal 23 maggio al 2 giugno in alta Val Brembana si terrà la VI edizione di Erbe del Casaro, la rassegna dedicata alle erbe spontanee e ai formaggi tipici della Val Brembana...accompagnati dai pregiati vini della bergamasca.
La rassegna è suddivisa appunto in 3 appuntamenti:
23-24 maggio:Formaggi di...vini e C'era una volta dove vi segnaliamo il percorso eno-gastornomico nella degustazione di prodotti caseari della Val Bremabana ad Averara.
30-31 maggio:Le buone erbe spontanee e Happy casaro dove vi segnaliamo un escursione alla scoperta delle erbe spontanee insieme alla dottoressa Marilisa Molinari fitopatologa di ERSAF lombardia a Ornica.
1-2 giugno: Benessere con le erbe e Percorso gastronomico "alla scoperta degli antichi sapori" dove vi segnaliamo l'evento "Aperi-film Resistenza Naturale" a Santa Brigida.
Lasciatevi in oltre stuzzicare dai menù creati appositamente per la rassegna.
Informazioni sulla rassegna e il programma completo: http://www.erbedelcasaro.it/
Informazioni sull'evento della condotta Slow Food Valli Orobiche "Aperi-film Resistenza Naturale:http://www.slowfoodvalliorobiche.it/?p=18394
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