L'allevamento intensivo
Per la rubrica "a tavola con noi" questo mese vi parliamo dell'effetto che l'allevamento intensivo ha sull'ambiente e sulle persone, dandovi anche qualche piccolo consiglio!
1- L’allevamento intensivo consuma una quantità esorbitante di acqua!!!
La tabella seguente mostra i dati riferiti alla quantità di acqua necessaria a produrre 1 kg di cibo.
La tabella seguente mostra i dati riferiti alla quantità di acqua necessaria a produrre 1 kg di cibo.
Cosa succede...
... all’ambiente
2- Secondo la Fao, il bestiame produce il 18% dei gas serra che intrappolano il calore
dell’atmosfera e questo determina:
- scioglimento dei ghiacci
- innalzamento del livello del mare
- calamità naturali come esondazioni e tempeste
- assottigliamento dello strato di ozono
- acidificazione degli oceani
- costante e crescente desertificazione
... alle persone
- maggiore resistenza agli antibiotici
- manifestazione di malattie umane nuove, soprattutto virali (per esempio epidemie influenzali)
- danni da inquinamento
- carenza di terreni destinati alla produzione di alimenti per consumo umano e aumento di terreni adibiti alla produzione di mangime animale
- maggiore povertà tra chi vive di agricoltura di sussistenza basata sull’equilibrio climatico (stagioni secche e piovose)
- maggiore incidenza di malattie legate all’eccessivo consumo di grassi e proteine animali: patologie cardiovascolari, cancro, diabete, ipertensione, obesità
Buone pratiche e consigli per l’acquisto
− basare la propria dieta su alimenti vegetali che possono sostituire la carne (legumi in primis)
− consumare meno carne e di migliore qualità, evitando quella proveniente da allevamenti intensivi
− variare i tipi di animali e le razze che si scelgono, prediligendo carni alternative (animali da cortile, selvaggina, ovini) e tagli meno noti
− fare attenzione al prezzo: prezzi troppo bassi spesso sono indice di sfruttamento animale e/o ambientale
− preferire carni provenienti da consorzi, associazioni o aziende con disciplinari rigorosi su alimentazione e benessere animale, nonché informazioni chiare sulla tracciabilità del prodotto
− consumare carni di animali allevati e macellati in Italia, meglio se locali e da piccoli allevatori di razze autoctone
− valutare con più tolleranza la presenza di grasso, che può essere prova di benessere animale
− leggere bene le etichette
− basare la propria dieta su alimenti vegetali che possono sostituire la carne (legumi in primis)
− consumare meno carne e di migliore qualità, evitando quella proveniente da allevamenti intensivi
− variare i tipi di animali e le razze che si scelgono, prediligendo carni alternative (animali da cortile, selvaggina, ovini) e tagli meno noti
− fare attenzione al prezzo: prezzi troppo bassi spesso sono indice di sfruttamento animale e/o ambientale
− preferire carni provenienti da consorzi, associazioni o aziende con disciplinari rigorosi su alimentazione e benessere animale, nonché informazioni chiare sulla tracciabilità del prodotto
− consumare carni di animali allevati e macellati in Italia, meglio se locali e da piccoli allevatori di razze autoctone
− valutare con più tolleranza la presenza di grasso, che può essere prova di benessere animale
− leggere bene le etichette
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