Chi spreca, paghi!
Nei giorni in cui il Parlamento italiano avvia la discussione sulla
proposta di legge contro gli sprechi alimentari, torna con sempre più
impellenza la questione del contrasto di questo fenomeno, soprattutto
perché la Francia ha approvato una legge ‘rivoluzionaria’ sul tema. La
legge francese deliberata dall’Assemblea Nazionale prevede, infatti, che
i supermercati superiori ai 400 mq, a partire dal luglio 2016, debbano
attrezzarsi per donare il cibo invenduto e ancora perfettamente edibile.
Per chi non rispetterà questo sacrosanto principio del “chi spreca
paga” sono previsti fino a due anni di carcere e 75.000 euro di multa.
La proposta legislativa francese rappresenta una vera e propria svolta
che né il nostro Paese né la Comunità Europea avevano saputo imprimere
finora. Anzi, a ben guardare, la proposta di legge che è approdata in
Commissione parlamentare (Gadda-Fiorio) nasce datata. Bene le
facilitazioni e la semplificazione burocratica, ma serve prevedere una norma che, come è successo per la lotta al fumo, incida radicalmente sulla nostra cultura alimentare.
Sì perché la necessità attuale è di contrastare lo spreco alimentare
lungo tutta la filiera. Federdistribuzione conferma che le eccedenze di
cibo nel loro settore sono circa il 12% del totale (poco meno di un
milione di tonnellate) e noi sappiamo che le donazioni della
distribuzione nel 2014 ammontano circa a 60.000 tonnellate di cibo,
circa l’8% delle eccedenze complessive in questo pezzo della filiera.
Esiste un grande margine di manovra, dunque, ma soprattutto abbiamo la
necessità di mandare un segnale forte all’opinione pubblica (il 40%
circa degli sprechi alimentari complessivi, nel nostro Paese, avviene
ancora tra le nostre mura domestiche) per dire una volta per tutte che
il cibo non è una merce bensì un bene collettivo. Una buona legge per
combattere lo spreco alimentare è possibile in Italia. Si discuta, ci si
confronti, si decida: è una questione di civiltà e di responsabilità
verso il pianeta e le generazioni future.
fonte:http://www.slowfood.it/chi-spreca-paghi/
Il formaggio si fa con il latte! Firma la petizione!
La legge italiana proibisce l’uso di latte in polvere per fare formaggio. È una buona legge, che ha contributo non poco a salvaguardare l’immenso patrimonio caseario di tutto il paese.
Ora, la Commissione europea, sollecitata da una parte dell’industria lattiero casearia italiana, invita l’Italia a modificare questa legge entro la fine di luglio per garantire la libera circolazione delle merci. Ancora una volta, in nome del libero mercato, si tenta di livellare verso il basso, a spese dei produttori di qualità e dei consumatori. Il
latte in polvere non è nocivo per la salute, ma il suo utilizzo per
produrre formaggi ha un unico risultato: aumentare i profitti dei
giganti dell’industria casearia, omologando un prodotto che dovrebbe
nascere dalla biodiversità dei latti, degli animali, dei territori. Se
l’Italia ammettesse la produzione di formaggi anche con latte in polvere
non farebbe altro che aumentare la confusione dei consumatori,
penalizzando ulteriormente i produttori virtuosi.
Non facciamo un passo indietro su qualità e sostenibilità. Anzi, facciamo un passo avanti e chiediamo a tutti i paesi europei di affermare un principio molto semplice: il formaggio si fa con il latte!
Per firmare la petizione: https://www.change.org/p/il-formaggio-si-fa-con-il-latte-slow-food-dice-no-all-uso-del-latte-in-polvere-firma-la-petizione-entro-luglio
Racconti di un norcino #2
Terzo appuntamento con il giovedì di degustazione di luglio!
Dopo aver assaporato il formaggio e il vino, è la volta dei salumi.
Giovedì 16 luglio alle ore 19.00 presso gli spalti san michele al @CB2015 vi aspettiamo per assaporare i sapori dei salumi bergamaschi!
La degustazione comprende:
-salumi
-focaccia
-vino in abbinamento
€ 8 a persona
consigliata la prenotazione
slowfoodgiovanevo@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento