Orticoltori in erba: che semi scegliere?
Il tuo orto non dovrebbe soltanto offrire un buon raccolto, ma per quanto possibile diventare autosufficiente, producendo anche i semi che utilizzerai nelle stagioni successive.
Le regole per una buona scelta sono:
- Privilegia i semi tradizionali o vecchi, ossia le varietà derivanti da libera impollinazione che abbiano almeno 50 anni di storia alle spalle. Se possibile, scegli semi di varietà locali già acclimatate nel tuo territorio. Puoi provare a recuperarli tra i tuoi conoscenti perché spesso le varietà più interessanti si sono tramandate di padre in figlio, o rivolgerti a qualche vivaista o a un istituto agrario, un’università o altri centri di ricerca. Da loro sarà possibile ottenere una piccola fornitura di semi per uso privato nel tuo orto. Tra i tanti vantaggi, questi semi ti consentiranno di autoprodurti la semente per l’anno successivo se vorrai provare a far tutto da te, a partire dai frutti che le piante genereranno.
- Se invece scegli di coltivare varietà di altri territori, o comparse sulla scena di recente, comunque privilegia i semi di varietà che si sono sviluppate a impollinazione libera, ossia le piante selezionate attraverso l’impollinazione naturale, come accadeva prima dell’avvento delle sementi ibride. Presentano una maggiore variabilità e producono semi che potrai serbare e riseminare l’anno seguente. Anche queste si reperiscono difficilmente in commercio e, di nuovo, dovrai cercarle presso gli agricoltori, i vivaisti, gli istituti agrari...
- Privilegia i semi biologici certificati, reperibili online presso i siti specializzati e nei negozi di alimentazione naturale. Privilegia, se puoi, i produttori che hanno solo la linea biologica.
- Attento alle sigle! F1 o F2 indicano i semi ibridi prodotti da poche multinazionali e distribuiti da tanti rivenditori. Sono più costosi degli altri, ed è sconsigliato ricavarne semente per l’anno successivo, perché essa non conserva le stesse caratteristiche delle piante madri in termini vegetativi e produttivi. In prima generazione invece garantiscono risultati ottimali in termini di resa, ma è la quantità quello che davvero vuoi a discapito del valore dei prodotti tradizionali?
- Leggi bene le informazioni contenute sulla bustina di semi. Potrai sapere come sono stati ottenuti, se sono stati trattati con fungicidi o con altri prodotti chimici, quali sono i pregi della varietà , come coltivarli, qual è l’anno di raccolta e il tempo di scadenza. Il seme fresco ha più capacità germinativa!
- Le bustine non raccontano tutto! Se ne hai l’occasione, confrontati con qualche agricoltore della zona per capire quali sono i pregi e i difetti dei semi che vuoi acquistare.
- Scegli la varietà e pianta tanti semi diversi. La monotonia è nemica dell’orto, della tavola e della salute, mentre la diversità aiuta anche a produrre in modo più sano.
- Conserva i tuoi semi in condizioni ottimali, perché sono organismi sempre attivi, anche nella fase di dormienza: quindi devono essere riparati dalla luce, dagli eccessi di temperatura e dall’umidità . L’ideale è riporli nella carta (sulla quale, per sicurezza, potrai scrivere il nome della varietà ) e poi chiuderli in contenitori ermetici, meglio se di latta, o in alternativa di vetro (ma in questo caso presta attenzione alla luce)
I semi e le api
Un orto o un campo ricchi di alberi da frutto, piante ortive e fiori sono anche l’habitat migliore per il prosperare di api, farfalle, calabroni e bombi: più un ambiente è variato e sano più essi sono in grado di svolgere il loro fondamentale compito di impollinazione, garantendo la fertilità del pianeta. Al contrario, i semi commerciali trattati con fertilizzanti e pesticidi stanno mettendo in serio pericolo la sopravvivenza dei cosiddetti insetti pronubi, e in particolare delle api. Tra i prodotti più dannosi e diffusi, vanno citati i neonicotinoidi, utilizzati nella concia dei semi di alcune colture come mais o barbabietola da zucchero per proteggerli dagli attacchi dei parassiti: nel 2013 l’Unione europea ha ufficialmente riconosciuto che questi prodotti hanno effetti nocivi per le api. I prodotti sono stati banditi parzialmente dal mercato per un periodo di due anni, dal 2013 al 2015. Questo tipo di molecole di sintesi sono presenti anche in tanti rimedi che usiamo nelle nostre case, ad esempio per far fronte alle periodiche invasioni di formiche o per difendere le nostre rose dai parassiti. Attenzione dunque a quel che usiamo anche nel nostro orto. Anche i diserbanti e i disseccanti spruzzati ai bordi delle strade o che noi stessi usiamo per “tenere in ordine” i nostri giardini, se utilizzati in modo indiscriminato,non fanno bene né alla terra né agli insetti né a noi!
Un orto o un campo ricchi di alberi da frutto, piante ortive e fiori sono anche l’habitat migliore per il prosperare di api, farfalle, calabroni e bombi: più un ambiente è variato e sano più essi sono in grado di svolgere il loro fondamentale compito di impollinazione, garantendo la fertilità del pianeta. Al contrario, i semi commerciali trattati con fertilizzanti e pesticidi stanno mettendo in serio pericolo la sopravvivenza dei cosiddetti insetti pronubi, e in particolare delle api. Tra i prodotti più dannosi e diffusi, vanno citati i neonicotinoidi, utilizzati nella concia dei semi di alcune colture come mais o barbabietola da zucchero per proteggerli dagli attacchi dei parassiti: nel 2013 l’Unione europea ha ufficialmente riconosciuto che questi prodotti hanno effetti nocivi per le api. I prodotti sono stati banditi parzialmente dal mercato per un periodo di due anni, dal 2013 al 2015. Questo tipo di molecole di sintesi sono presenti anche in tanti rimedi che usiamo nelle nostre case, ad esempio per far fronte alle periodiche invasioni di formiche o per difendere le nostre rose dai parassiti. Attenzione dunque a quel che usiamo anche nel nostro orto. Anche i diserbanti e i disseccanti spruzzati ai bordi delle strade o che noi stessi usiamo per “tenere in ordine” i nostri giardini, se utilizzati in modo indiscriminato,non fanno bene né alla terra né agli insetti né a noi!
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