Land grabbing: finalmente una buona notizia!
Non capita spesso al mattino di aprire le
agenzie e leggere notizie belle. Anzi. Metti pure che la cronaca
privilegi fatti più cruenti, metti pure che la morbosità di noi lettori
ci spinge verso titoli forti. Ma oggi vorremmo catturare la vostra
attenzione su una sentenza importante che ci arriva dal tribunale di Popayán (sudest della Colombia), il quale ha stabilito, in prima istanza, la restituzione dei diritti territoriali e commerciali su un terreno di 71.000 ettari abitato storicamente da comunità afrodiscendenti.
La notizia, riportata dall’agenzia Misna
va controcorrente rispetto a ai fatti che dominano la cronaca dove
tengono banco l’accaparramento selvaggio delle terre con il land
grabbing o lo sfruttamento dei lavoratori agricoli. Il terreno in
questione che si trova nel dipartimento del Cauca, nella valle disegnata
dal fiume Timbiquí «fortemente ambita per la presenza di oro, argento
ed altri minerali e sfruttata da attività minerarie, alcune illegali ed
altre autorizzate dallo Stato. Macchinari pesanti, draghe e processi
chimici di filtrazione, hanno distrutto gran parte del patrimonio
naturale e della fauna itticola della valle» (Misna). Nel 2005 scriveva a
proposito di questa regione l’antropologo Michel Taussig:
“sembra rinnegata da Dio, dove l’Oceano Pacifico penetra in un’area di
seicentocinquanta chilometri di paludi di mangrovie e di foreste non
battute, dove l’aria si muove appena e la pioggia non cessa mai. Ma è
proprio là che gli schiavi africani vennero deportati dai conquistadores
spagnoli a ricercare l’oro nelle acque dei fiumi che scendono dalle
Ande. Ed è in questo luogo che il presente si fonde al passato,
costituendone espressione e prolungamento: il periodo dell’oro sta
morendo, mentre quello della cocaina sta nascendo”.
Proprio la cocaina che ha dettato la legge negli ultimi anni.
Le terre sono stata infatti coltivate a coca da gruppi armati. Oltre a
non lasciare terreni fertili ad altre coltivazioni, i continui scontri
armati con le forze dell’ordine hanno provocato l’emigrazione in massa
degli abitanti.
«Oltre alla restituzione del territorio alle 11 comunità nere che le
abitano da secoli, la sentenza riconosce e protegge i loro diritti. Le
762 famiglie afrodiscendenti della zona sono rappresentate dal Consiglio
Comunitario Renacer Negro, che ha ottenuto questa vittoria dopo anni di
battaglie legali» (Misna).
fonte:http://www.slowfood.it/land-grabbing-finalmente-una-buona-notizia/
Una gita in montagna per gustare e “salvare” i formaggi d’alpeggio
Il caldo dovrebbe dar tregua questo fine
settimana, ma promette di ritornare presto. Perché allora non cercare
rifugio in montagna con una gita e approfittarne per andare a scoprire
quei gioielli gastronomici che sono i formaggi o i latticini d’alpeggio?
In questa stagione gli animali sono portati in altura e si nutrono al
pascolo di tutta la ricchezza vegetale che compone i prati d’estate. Un
tourbillon di essenze, profumi, gusti, che piacciono agli animali ma che
piaceranno anche a noi perché in qualche modo si trasferiscono al
formaggio che si ricava dal loro latte, evolvendo, trasformandosi, ma
conferendo ai prodotti d’alpeggio realizzati a latte crudo una qualità
impareggiabile. Consultate per esempio la grande lista di formaggi
tutelati dai Presìdi Slow Food in Italia: ne scoprirete a decine che non
sono così lontani da casa vostra e sarà facile e istruttivo fare un
piccolo viaggio alla ricerca di questi tesori.
Sono il prodotto di un’agricoltura di
montagna che tra tutte è quella che fatica di più, sia in termini di
lavoro umano (non è una gita stare in alpeggio, mungere e produrre tutti
i giorni), sia in termini di resistenza. Abbandono e incuria non
soltanto ci privano progressivamente di ottimi formaggi, ma fanno
mancare il fondamentale contributo ecologico che danno i pascoli di
montagna, e le bestie che li popolano, a cui si unisce la scomparsa di
saper fare umano e culture antichissime. Procurarsi un formaggio
d’alpeggio, in queste settimane, non è soltanto un modo per volersi del
bene a tavola, ma per voler bene a un settore in crisi, con i suoi
eroici operatori, e a tutte le montagne del nostro Paese.
Come se non bastasse, ci si mette la
burocrazia: la Commissione Europea ha invitato l’Italia a modificare
entro fine luglio la legge che proibisce di produrre formaggi a partire
da latte in polvere. Sarebbe un altro colpo durissimo a queste fragili
economie agricole, un assist pazzesco per le industrie che omologano
senza qualità. Vi invitiamo a firmare, come hanno già fatto più di
130.000 persone, la petizione di Slow Food che si raggiunge da tutti i
siti della Chiocciola, compresi quello di Cheese (18-21 settembre a Bra)
e quello dello spazio Slow Food a Expo, dove, tra l’altro, i formaggi a
latte crudo sono protagonisti assoluti, ogni giorno in degustazione per
spiegare il loro inestimabile valore in termini di salvaguardia della
biodiversità.
Pianeta orto: aperitivo vegetariano
Che ne dite di un bell'aperitivo vegetariano sulle mura di Città Alta?
In collaborazione con LORTO, (si esatto proprio gli orti sociali che ci sono appena sotto le mura di città alta!) abbiamo organizzato un banchetto tutto vegetale e decisamente a Km 0, anzi a metro 0!!
Giovedì 6 Agosto alle ore 19.30 presso il CB2015, chiringuito sugli spalti san michele.
€ 8 a persona
consigliata la prenotazione
slowfoodgiovanevo@gmail.com
lorto@coopimpronta.it
Nessun commento:
Posta un commento