lunedì 9 marzo 2015

sicuri che sia già primavera? - benvenuto Slow Food Kenya! - #SloWeekend

Sicuri che sia già primavera?

Se le previsioni meteorologiche parlano di un weekend all’insegna di un primo assaggio di primavera in alcune zone del Paese – mentre al Sud è già da un po’ ben più che un assaggio – anche i banchi del mercato iniziano a proporre prodotti che permettono di “assaggiare” la bella stagione. Sono le primizie, che dal Meridione cominciano ad arrivare, come le fragole, coltivate in serre non riscaldate. Si vedono anche le prime fave e i primi piselli, ma in termini di qualità nulla di paragonabile a quello che avremo al momento corretto. Ci sono alcune piccole eccezioni: questa settimana si affacciano sul mercato le fragole della varietà candonga dalla Basilicata, ritenute un’eccellenza anche da molti ristoratori e che non a caso costano come un’eccellente primizia: dai 6 agli 8 euro al chilo. È un po’ presto per le fragole, anche se ci sono già quelle nazionali (comprese le sicule), ed è proprio fuori luogo affidarsi ai prodotti di “controstagione”, provenienti dall’emisfero Sud e quindi estivi quando da noi è inverno. Una dicitura curiosa, che abbiamo già spiegato in passato, che indica pesche, pere, susine, asparagi e altri prodotti che si pongono esattamente all’opposto di ciò che si dovrebbe trovare in questo periodo. Scontato dire che sono inutilmente costosi, hanno una qualità bassissima e sono anche discretamente insostenibili per via dei viaggi che intraprendono per arrivare a noi. Oltretutto i prezzi di questi prodotti in controstagione ora sono ancora più esosi del solito: il cambio euro-dollaro, a sfavore della nostra moneta, ha fatto lievitare del 15% il costo all’origine, visto che si paga con la valuta americana.

Lasciamo perdere, e invece, in attesa di una primavera reale, approfittiamo ancora di ciò che sta finendo ed è convenientissimo. Abbiamo già parlato dei carciofi sardi nelle scorse settimane, ma ora, grazie a condizioni climatiche molto favorevoli se ne trovano ancora tantissimi, decisamente belli a vedere e anche così teneri da prestarsi a molti consumi diversi, primo fra tutti il crudo. Costano tra il 40 e i 60 centesimi l’uno: prezzi ridicoli, di cui si può ancora copiosamente usufruire per qualche settimana, prima che arrivino sulle nostre tavole le mammole, non spinose e con caratteristiche diverse. Perché cercare la controstagione quando c’è ancora questa abbondanza e questo grado di qualità nei prodotti invernali?


Benvenuto Slow Food Kenya!
L'Assemblea Generale annuale delle 24 condotte di Slow Food in Kenya, che si terrà a Nakuru il 10 marzo, sarà l’occasione per inaugurare la creazione di una nuova struttura nazionale. Il comitato eletto avrà il compito di coordinare e gestire le attività e i progetti all’interno del paese.

La nuova leadership consoliderà le strutture esistenti e svilupperà le iniziative di Slow Food già presenti sul territorio. Il Kenya ha una rete attiva piuttosto fitta grazie alla presenza di importanti rappresentanti di Slow Food, come John Kariuki, vicepresidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità e membro del Consiglio Internazionale di Slow Food per l'Africa centrale e orientale, e Samuel Karanja, membro del Consiglio Internazionale di Slow Food per il Kenya, ma anche grazie a tutti i contadini e attivisti coinvolti nei progetti. 

In Kenya, Slow Food ha individuato 34 prodotti dell'Arca del Gusto (tra cui, ad esempio, il miglio wimbi e il tè Gitugi), avviato 7 Presìdi Slow Food e creato 219 orti con un’ampia diversità di colture. Questi ultimi fanno parte del progetto dei 10.000 orti in Africa. Gli orti sono sparsi in diverse zone del Kenya e comprendono orti comunitari, scolastici e familiari, come ad esempio l’orto della scuola Chazon nella Rift Valley, quello della comunità di Iveche nel Kenya centrale, e l’orto della famiglia Sikulu nella parte occidentale del paese.

Il lancio dell’organizzazione nazionale inizierà con l’intervento di John Kariuki, coordinatore delle attività di Slow Food in Kenya. Seguiranno le presentazioni dei convivia e, dopo le elezioni, i nuovi rappresentanti condivideranno le loro osservazioni. Sarà presente anche il vicepresidente di Slow Food, Edie Mukiibi, dall'Uganda, che battezzerà ufficialmente la nuova associazione nel discorso di chiusura.


#SloWeekend

Questa settimana vi portiamo "alla base". Abbiamo il piacere di invitarvi alla Cena Marocchina che si terrà l’11 Marzo a Pollenzo (Cn) presso le Tavole Accademiche dell’Università di Scienze Gastronomiche. 
Il menù è curato da Noura Herrag, chef che ha creato la sua oasi di raffinata cucina marocchina in Piemonte nel suo ristorante Darna. Per i soci Slow Food il prezzo della cena è di 32€ (per i non soci 35). Per info e prenotazioni chiamare il 0172/458302 o scrivere a ristorante@unisg.it (segnalare eventuali allergie/intolleranze alimentari). Posti limitati.
per tutti gli altri appuntamenti:http://www.slowfood.it/agenda-slow-l/

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