lunedì 8 giugno 2015

Basta spreco di cibo - La sovranità alimentare è un progetto politico - Racconti di vigna

Basta spreco di cibo

Da qualche anno la tematica dello spreco alimentare ha acquisito interesse da parte di un pubblico sempre più ampio. La sensibilità nei confronti del tema aumenta costantemente così come le esperienze virtuose di persone e associazioni che con metodologie e approcci differenti mettono in pratica iniziative di promozione di stili di vita più sobri e attenti, così come interventi sulle filiere produttive che riducono la quantità di cibo edibile che finisce nella spazzatura, un fenomeno che ha numeri impressionanti. Gli ultimi dati della FAO, infatti, parlano di uno spreco alimentare che ha superato il 35% della produzione totale. Sono cifre che lasciano senza parole, ma che ancora una volta indicano come il primo campo da arare nella lotta alla malnutrizione e alla fame sia proprio quello dello spreco.
Oggi ci troviamo però di fronte a una novità assoluta nel vasto panorama delle azioni “anti-spreco”: per la prima volta un parlamento, quello francese, ha votato all’unanimità una legge che sostanzialmente istituisce il reato di spreco alimentare. La misura si rivolge essenzialmente a uno dei nodi della filiera alimentare, non certamente l’unico a creare spreco, quello della grande distribuzione organizzata. Si tratta in ogni caso di un passo importante. Dall’entrata in vigore di questa legge, infatti, non sarà più possibile per i negozi sopra i 400 metri quadrati smaltire l’invenduto trasformandolo in rifiuto quando ancora edibile, pratica purtroppo comune.
Chi contravverrà a questa norma rischia fino a 2 anni di carcere e multe molto salate. Anche se personalmente non amo gioire sull’introduzione di pene severe o di misure deterrenti forti, in questo caso era necessario dare un segnale deciso per affermare che buttare via un prodotto ancora mangiabile è un torto che si commette nei confronti di chi lo ha prodotto, di chi non ha accesso al cibo che noi buttiamo, di chi soffre di povertà e malnutrizione ma anche nei confronti di tutte le generazioni che verranno dopo di noi ad abitare questa Terra. Sprecare il cibo significa anche sprecare tutte quelle risorse non rinnovabili che sono state necessarie alla sua produzione: acqua, suolo fertile, energia.
In un mondo in cui una parte consistente degli scompensi ambientali è attribuibile proprio all’attività di produzione di cibo (non dimentichiamo ad esempio che più del 70% dell’acqua è utilizzata in agricoltura), questa ingiustizia intergenerazionale è ancora più inaccettabile.
L’iniziativa francese pone finalmente nero su bianco un concetto che per millenni ha fatto parte del bagaglio culturale di tutti i popoli del mondo e che solo nell’ultimo secolo è andato perdendosi: il valore del cibo.
Lo spreco del cibo è d’altro canto solo l’aspetto più tangibile di un modo di produrre, distribuire, vendere e consumare il cibo che non funziona. Sempre secondo le fonti FAO, la quantità di cibo che finisce nella spazzatura costa, a voler proprio quantificare tutto con il metro del denaro, una cifra stimata in circa un trilione di dollari ogni anno. Possiamo permetterci tutto questo? La Francia ha detto no, e non si è limitata a dirlo istituendo pene carcerarie e pecuniarie per gli spreconi, ma ha anche, e questo è l’aspetto che più trovo significativo e condivisibile, stabilito la realizzazione di programmi di educazione nelle scuole primarie. Insegnare ai bambini, fin dalla tenera età, che il cibo va rispettato al pari del lavoro di chi l’ha prodotto e che sprecarlo reca un danno economico e ambientale, è un passo senza il quale non possiamo pensare a un futuro diverso. Se non impariamo a essere cittadini migliori non c’è norma che tenga, per questo l’educazione alimentare deve entrare a pieno titolo nei programmi scolastici.

fonte:http://www.slowfood.it/basta-spreco-di-cibo/

La sovranità alimentare è un progetto politico

La sovranità alimentare è un progetto politico. Questo il messaggio di Expo dei Popoli, forum internazionale della società civile e dei movimenti contadini appena svoltosi a Milano.
I 150 delegati dai cinque continenti, alcuni dei quali della rete di Terra Madre, si sono riuniti per rispondere alla sfida di Nutrire il Pianeta, tema di Expo2015, con una visione alternativa, quella dei veri contadini. La parola dovrebbe indicare infatti quanti nel mondo coltivano la terra per venderne i frutti, ma non sono grandi imprenditori o proprietari terrieri dediti alla monocoltura e implicati nei grandi processi di produzione a livello globale. Per contadini si intende gli agricoltori su piccola scala, i quali spesso, attraverso raccolti e attività diversificate, mantengono vivo il tessuto sociale di una comunità.
Come evidenziato dalla coordinatrice internazionale della Via Campesina Elizabeth Mpofu dallo Zimbabwe in un colloquio con Carlo Petrini, gli small-scale farmers (è la parola inglese che li definisce meglio) sono tenuti ai margini dei processi decisionali, mentre si tiene conto degli interessi di grandi gruppi economici. Eppure, secondo la Fao, le aziende agricole familiari producono l’80% del cibo a disposizione nel mondo e sono l’ossatura dell’agricoltura.
Il problema è che i Paesi in cui i contadini sono ancora più del 50% della popolazione sono quelli a più basso Pil mondiale, poco o niente ascoltati nei consessi dove si discutono le economie globali, mentre nei Paesi ricchi le percentuali si aggirano intorno al 4%: troppo pochi per poter influenzare le scelte della classe politica, sensibile al peso elettorale delle varie categorie sociali. Ecco perché da Expo dei Popoli il messaggio è stato: sovranità alimentare, cioè rafforzamento delle produzioni tradizionali attraverso i circuiti locali, e alleanza tra contadini e cittadini-consumatori per un cibo che risponda davvero all’interesse collettivo: obiettivo quest’ultimo che dovrebbe guidare l’azione politica, almeno in teoria.

fonte: http://www.slowfood.it/la-sovranita-alimentare-e-un-progetto-politico/

Racconti di vigna

E' in arrivo il secondo aperitivo tematico di Slow Food Rete Giovane - Valli Orobiche!!!

Questa settimana vi parliamo di VINO!
 
Sabato 13 giugno dalle ore 19.00 alle ore 20.30
 
ESTIVO CB 2015 - spalti san michele - Città Alta Bergamo
 
8 euro a persona
 

Vieni a degustare 8 vini accompagnati da pizze bianche e focacce alla vista del meraviglioso panorama di città alta!

                          Vi aspettiamo!!

prenotazione consigliata

per info:

slowfoodgiovanevo@gmail.com

fb: https://www.facebook.com/events/823750697721594/
  

 

 

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