lunedì 27 luglio 2015

Nuovi schiavi, il consumatore può salvarli - 15 alimenti che dovremmo smettere di tenere in frigo - Giro del mondo in 80 minuti

Nuovi schiavi, il consumatore può salvarli
Le indagini sono ancora in corso per cui non è il caso di trarre conclusioni, ma quel che è certo è che la storia di Mohammed Abdullah, il cittadino sudanese morto qualche giorno fa nelle campagne della Puglia mentre lavorava alla raccolta dei pomodori, è l’ennesimo campanello di allarme a indicarci che qualcosa non va. Troppe persone nelle nostre campagne lavorano in condizione al limite dell’umano. Tutto questo per garantire prezzi sempre più competitivi e guadagni a intermediari senza scrupolo. E’ evidente che qualcosa non va nel nostro sistema produttivo.

Già, perché il caso di Nardò non è certo un caso isolato, e la piaga del caporalato in agricoltura non ha confini regionali o di coltivazione (lo testimoniano i casi dell’inchiesta sui lavoratori nelle vigne piemontesi, su quelli impiegati nella raccolta dei meloni nel mantovano o degli agrumi in Calabria e Sicilia, delle mele in Trentino o Piemonte e così via).

Questi, che non sono episodi isolati, dovrebbero portarci a comprendere che il problema affonda le sue radici in profondità, non solo nella smania di qualcuno di fare più soldi o di farli più in fretta.
Le cause ultime di uno sfruttamento del lavoro così difficile da debellare e da estirpare risiedono proprio nel fatto che il modello di competitività imposto dal libero mercato anche all’agricoltura non è compatibile fino in fondo con il pieno rispetto di tutti gli attori della filiera. Questa amara presa di coscienza non deve però lasciarci passivi o rassegnati. I consumatori possono avere un ruolo positivo, seppur non pienamente risolutivo. Ancora una volta l’informazione è l’arma principale per operare scelte consapevoli e per cercare di non premiare proprio quelle realtà che sono ad alto rischio di sfruttamento del lavoro. E poi urge un cambio di mentalità nient’affatto facile: trovare una bottiglia di vino a un euro o una di passata di pomodoro a 0,60 dovrebbe farci venire voglia di saperne di più e non farci esultare per la possibilità di risparmiare qualcosa sulla spesa.


15 alimenti che dovremmo smettere di tenere in frigo
Sono sicura che molti di voi sognano di dormirsela rannicchiati vicino alla porta aperta del frigo e che la tentazione è quella di mangiare tutto ghiacciato. Ma cerchiamo di non esagerare, che d’estate fa caldo e si sa (sarebbe preoccupante il contrario, no?) e alcuni cibi sarebbe meglio tenerli fuori frigo. Naturalmente valutiamo anche le temperature: con 40 gradi all’ombra, umidità percepita al 99% e se siete sprovvisti di cantina alcune cose sarà comunque preferibile tenerle al fresco, ma con qualche accorgimento. Vediamo quale.

Pomodori
Tenerli in frigo significa rinunciare al sapore e al profumo. L’ideale sarebbe tenerli un cestino o in una boul di vetro. Se vi spaventa Caronte, prendeteli un po’ meno maturi dal vostro contadino o verduraio di fiducia e lasciateli maturare in casa.
Basilico
Se proprio non riuscite a far crescere una piantina in balcone o sul davanzale, non mettete però i vostri rametti di basilico in frigo. Finirebbe con assorbire tutti i gusti e i profumi che lo circondano. Meglio tenerlo a mollo in un bel vasetto d’acqua fresca. Se invece avete necessità di conservarlo a lungo, provate a congelarlo, per esempio sott’olio.
Patate
Le basse temperature trasformano l’amido in zucchero molto più in fretta di quanto voi possiate immaginare. Meglio sistemarle al buio, in un sacchetto di carta o stoffa, nel posto più fresco della casa. Mi raccomando, niente plastica!
Aglio
Stesso problema delle patate.
Cipolle
Caronte a parte, le cipolle meglio lasciarle fuori frigo dove rischiano di ammuffire ancora più velocemente. Se proprio non trovate un angolino fresco in casa, tenetele nella parte bassa, dentro un contenitore a chiusura ermetica.
Avocado
Sarebbe meglio non mangiarne troppi considerati i km che percorrono. Ma se non resistete alla tentazione non rovinateveli mettendoli in frigo: l’aria fredda, come succede al pomodoro, ne blocca la maturazione. Quindi quelli più duri possono stare fuori a maturare serenamente, se invece li comprate già maturi, ok al frigorifero, ma nella parte bassa e per poco tempo.
Olio di oliva
Io non l’ho mai visto fare, ma insomma ci fosse qualcuno che mette l’olio in frigo meglio che smetta. Non succede niente di grave, ma occupa spazio inutilmente e in più si raddensa.
Pane
È uno degli errori più grandi che possiate fare: l’ambiente refrigerato farà asciugare il vostro pane velocemente. Meglio tenere in un sacchetto di carta o stoffa.
Miele
Se lo chiudete per bene, non c’è alcun bisogno di tenerlo in frigo! È possibile del resto che in un ambiente refrigerato cristallizzi.
Caffè
Ci sono cascata pure io, lo ammetto. Ma il caffè come il basilico, assorbe molto gli altri odori presenti in frigo. Conservatelo al buio, meglio se in un barattolo che non lasci passare la luce.
Agrumi
Meglio conservarli a temperature ambiente per non rischiare di peggiorarne la qualità.
Cetrioli sotto aceto
Non hanno bisogno del frigo, ma se li preferite freddi (e in questo periodo ci sta) meglio se posizionati nella portina così lasciate i posti più freddi per alimenti che ne hanno più bisogno.
Piante aromatiche
Ne brucereste completamente i profumi. Meglio conservarli come il basilico: un bicchiere di acqua fresca da rinnovare ogni tanto.
Ketchup
Il kutchup come i cetriolini, non hanno bisogno di basse temperature, occupano spazio inutilmente.
Cioccolato
Nel frigorifero la temperatura è troppo bassa e l’umidità è troppo alta. E l’umidità è nemica del cioccolato! Se esposto a un’umidità eccessiva, gli zuccheri fioriscono affiorando per evaporazione: riconoscerete questo fenomeno per i piccolissimi cristalli che si creano in superficie. E poi rischiate di contaminare la vostra barretta preferita con gli altri odori e sapori. Vi assicuro che capisco e condivido l’astinenza estiva, provate a rimediare con il gelato. Il cioccolato in frigo meglio di no.


Giro del mondo in 80 minuti
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